Secondo fonti non ufficiali, il virus fabulous-fantasy colpisce Dolce e Gabbana esattamente un anno fa, quando l’interprete del film Cenerentola, Lily James, si presenta alla prima newyorkese indossando un abitino di pizzo firmato dai due stylist.


Nonostante continue inoculazioni di vitamina C, fra carretti siciliani e piante di limone, il loro sistema immunitario crolla proprio a Milano Fashion Week dove, per la collezione AW2016, invece di tailleurini sexy da esibire in ufficio, Dolce e Gabbana presentano Cenerentola in persona con tutto il suo codazzo di topolini, zucche, orologi, specchi magici (chi è la più bella del reame? Continua a domandarsi la poverina per tutta la sfilata…) e scarpine di cristallo.


Sullo sfondo la zucca trasformata in carrozza che aspetta la sua Cenerentola/principessa intenta a volteggiare sul pavimento di marmo tirato a lucido che riflette i lampadari di cristallo appesi, applicati sui bustini o trasformati in clutch sfavillanti.

Lo sfarzo ricrea in passerella il clima da grande soirée con abiti e accessori che, se non sono intessuti o grondanti d’oro e d’argento come quelli del sultano del Catai, sono arricchiti da colletti, applicazioni e cinture intarsiate di gemme spropositate e fiumi di paillettes.

Fiori immensi fra i capelli e su mantelle in pied de poule, i gatti di Stefano Gabbana che si stiracchiano fra pizzi e satin, vistosi alamari applicati alle casacchine militari – mai così preziose – e sui miniabiti.


E ancora capispalla impeccabili, tuxedo con revers bianchi come la neve, scarpe/scultura, borse/gioiello:
una magia da haute couture, che dura un attimo.


Perché scocca la mezzanotte e le principesse tornano bambine invadendo la passerella con i loro abitini luccicanti di argento, rosa e rosso.

Davanti alla carrozza compaiono i due Prince Charming: Dolce e Gabbana, stropicciati e contenti.

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