Giorgio Armani ha scelto di non mettere più il suo nome su delle pellicce vere a partire dalla prossima collezione autunno inverno.


«Sono lieto di annunciare il concreto impegno del Gruppo Armani alla totale abolizione dell’uso di pellicce animali nelle proprie collezioni.

Il progresso tecnologico raggiunto in questi anni ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali.
Proseguendo il processo virtuoso intrapreso da tempo, la mia azienda compie quindi oggi un passo importante a testimonianza della particolare attenzione verso le delicate problematiche relative alla salvaguardia e al rispetto dell’ambiente e del mondo animale».


Il prestigioso brand si allinea così con le posizioni di Fur Free Alliance, una coalizione di 40 organizzazioni animaliste impegnate in 28 Paesi per porre fine al commercio di pellicce (in Italia rappresentata dalla LAV).

La notizia ha fatto il giro del mondo e potrebbe innescare un effetto domino coinvolgendo altre maison che attualmente fanno uso di pellicce vere, anche perché costano meno della pellicce artificiali di alta qualità.


Ma per quanto autorevole, Giorgio Armani fur free riuscirà a far comprendere al consumatore che, per essere di lusso, un prodotto non deve per forza essere intriso di sangue, terrore e sostanze cancerogene?

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