Dispiace sapere che Cosimo de Tommaso sta trattando con compratori americani per ceder loro il suo marchio, il knowhow e la sua azienda di scarpe di lusso indossate da attori, papi e sceicchi.

Orgoglio non solo del made in Italy, ma dell’imprenditorialità “pulita” e di successo di una regione difficile come la Calabria.

Un po’ di storia: discendente di un calzolaio fiorentino il cui figlio fu chiamato in Francia per occuparsi delle regali estremità di Napoleone Bonaparte, Cosimo de Tommaso nel 2000 decide di onorare le glorie familiari aprendo a Castrolibero – da pensionato in vena di sfide – un laboratorio calzaturiero artigianale con manodopera locale, che conquista ben presto i settori di nicchia e del lusso esportando le sue preziose calzature in tutto il mondo.

Sull’onda del successo nel 2008 apre uno stabilimento a Paola, con il risultato di finire nel mirino della ‘ndrangheta che una bella mattina gli fa trovare davanti allo showroom di Cosenza una tanica di benzina e un paio di proiettili.


De Tommaso –
che è stato anche presidente di Confindustria a Cosenza – denuncia il tentativo di estorsione che guadagna alla sua famiglia il poco invidiabile privilegio di dover vivere sotto scorta.

Sono passati sei anni da allora, probabilmente la vita di Cosimo de Tommaso si è rasserenata e da imprenditore di grande successo vende la sua prestigiosa azienda perché – ha spiegato – i suoi figli non sono interessati ad ereditarla.


E i suoi pregiati mocassini fanno gola a investitori americani e cinesi, ma nemmeno un po’ a quelli italiani.
Peccato!

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