Pamela Anderson
torna sul “luogo del delitto” – cioè l’ambasciata dell’Ecuador a Londra – armata di un temibile vassoio colmo di prelibatezze vegane destinate a Julian Assange e al suo micio, Embassy Cat.


Un copione già visto il 15 ottobre scorso, quando la Anderson era andata a far visita ad Assange tirandosi dietro buste di Pret à Manger e una copia di Get a Life, il libro appena uscito di Vivienne Westwood, nota sostenitrice del papà di WikiLeaks.


L’ex bagnina di Baywatch, abbigliata sobriamente, si dichiarò all’epoca preoccupata per la salute di Julian Assange tanto da portargli “nice vegan lunch and some vegan snacks”, concludendo: “lo torturo portandogli cibo vegano…”.


Presa alla lettera, suscitò un putiferio perché il web strillò che Julian Assange era morto, avvelenato da una polpetta vegana portatagli da… indovinate un po’?

Già, proprio lei, Pamela Anderson, all’improvviso più letale della matrigna di Biancaneve.


Sgonfiata questa bufala a sfondo spionistico, la recidiva Pamela Anderson torna imperterrita in quei di Londra a “torturare” l’autoesiliato Julian Assange a colpi di tofu: e il web stavolta tace.

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