Dalle boutique griffate del centro al banchetto del mercato, sbriluccicano in ogni fascia di prezzo gli outfit oro e argento da indossare a Capodanno per propiziare uno splendente 2020.

E sono lontani quegli Anni ’60 in cui i vestiti “metallici” erano esclusivi e rivoluzionari.

Frantumavano usi e “costumi” della moda sotto l’impulso graffiante di Paco Rabanne e delle sue creazioni materiche realizzate non con ago e filo, ma con martello, pinze e cesoie.

Coco Chanel definiva Paco Rabanne un “metallurgico“, snobbando la sua collezione di unwearable dress, in “scomoda” maglia e inserti metallici, il cui successo lo consacrò nell’Olimpo della couture.

Per Salvador Dalì era un genio. Julien Dossena replica ancora oggi le sue creazioni siderali, nelle ultime collezioni della Maison.

Perché parliamo di capolavori conservati nei musei e indossati all’epoca da icone di stile come la Audrey Hepburn di Two for the Road, o la Jane Fonda di Barbarella.

E ancora Brigitte Bardot, Jane Birkin, Twiggy e Francoise Hardy con il suo mini-dress di 1000 placche d’oro e 300 carati di diamanti.

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