Il coronavirus si è portato via Sergio Rossi, che era ricoverato da alcuni giorni all’ospedale Bufalini di Cesena.

Il brand di calzature che porta ancora il suo nome, aveva appena donato 100mila euro e il ricavato dalle vendite online del periodo 14 -20 marzo all’Ospedale Sacco di Milano.

Si spegne così a 85 anni uno dei creatori di quello stile inconfondibile che negli anni Sessanta ha fatto impazzire tutto il mondo per le scarpe italiane.

Perché dal 1951 al 1999, quando ha ceduto il suo marchio, il nome Sergio Rossi è stato sinonimo di eleganza made in Italy.

Gianvito Rossi, che ha ereditato l’arte di papà Sergio, lo ricorda con struggente affetto: “Sergio Rossi ha dato tutto se stesso alla scarpa, e alla sua comunità.

Si è sempre distinto per la sua classe ed il suo carattere forte, carismatico, generoso, coraggioso: un leader naturale, amato e rispettato dai suoi collaboratori (…)

(…) C’è chi ha avuto la fortuna di trasformare la propria arte in un lavoro e chi di trasformare il proprio lavoro in un’opera d’arte. Sergio Rossi è stato questo uomo.

Un marito, padre, nonno, e capostipite di una famiglia che ha seguito il suo esempio“.