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Max Mara investe tutte le sue risorse promozionali autunnali su una giacca colore e tessuto cammello, taglio over e stile evidentemente mannish battezzata Olimpia Jacket.

Scritto metà italiano e metà inglese.

Tutto inglese lo slogan che la lancia nell’olimpo dei capispalla Max Mara: Forget perfection, you are remarkable.

Come dire alla potenziale cliente: Scordati la perfezione (tua, non della giacca…) ché già così sei eccezionale.

A coronamento della campagna un’installazione multimediale e itinerante (andrà anche a Tokio e a Seul): The Max Mara Jacket Circle, visitabile fino al 20 ottobre al Portrait di Milano.

Battezzata da un launch party stellato.

E allora tutto bene, tutto bello. Ma ancora una volta la neonata Olimpia Jacket sfrutta lo stereotipo della power girl/woman che deve vestire da uomo per essere remarkable.

Max Mara… ma why?

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Dopo un’overdose di fashion week internazionali che hanno raccontato nei minimi dettagli il guardaroba dell’estate prossima, guardo fuori dalla finestra e vedo il cielo uggioso. Grigio.

Piove.

La temperatura è scesa e fa venire i brividi. Sembra quasi giunto il tempo di una bella pelliccia: faux, trendy e rosa. Sì proprio rosa.

Pink: un colore che mi piace e che uso volentieri anche in inverno.

Ecco, acquistabili anche online: faux fur realizzata in mohair e seta by Luisa Spagnoli.

Poi il total poliestere leggero, e più economico, by Patrizia Pepe, by Blugirl e, in versione eco-montone rosa-smoke, by Karl Lagerfeld.

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Su web e dintorni passano le immagini della neoeletta Miss Italia, Ofelia Passaponti, che indossa la sua corona tempestata di gemme by Miluna.

Sponsor che da 25 anni impreziosisce la popolare manifestazione.

Oltre alle corone, Miluna ha regalato alle Miss 2024 i gioielli Gemma del Cielo: pietra incastonata nella prima corona del Concorso.

Per le comuni mortali c’è una selezione di Gioielli Miss Italia. Anche online.

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Ofelia Passaponti, 24 anni senese, è stata eletta Miss Italia 2024. Incoronata dalla patron del concorso, Patrizia Mirigliani, e arrivata alle finali con il titolo di Miss Toscana e con la fascia nazionale di Miss Sorriso.

Dedica la vittoria alla sua famiglia e al fidanzato Federico Casone, cestista del Ravenna in B2, “che mi hanno sostenuto fin dal primo giorno e che quotidianamente mi spingono a inseguire i miei sogni”.

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Se vuoi vedere con me le collezioni Spring 25 più trendy della Paris Fashion Week clicca sulle foto.

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Le sfilate della Milano fashion week sono state gremite da VIP, nostrani e internazionali. Potremmo parlare di David Beckham, Anna Wintour, Mahmood, Naomi.

Di Fedez col cane Silvio e dei pancioni di Francesca Sofia Novello e di Giulia Salemi.

Ma quando arriva Madonna da Dolce & Gabbana – appena un mese dopo aver festeggiato il suo compleanno nella loro villa a Portofino – beh, non ce n’è più per nessuno: perfino la Madunina si fa da parte all’arrivo della black virgin velata.

Della regina del pop.

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Si è conclusa la Milano Fashion Week con le sue collezioni SS25. Le mie preferite? Dolce & Gabbana e Marni. E poi Prada e Fendi.

Cliccando sulle foto potrete guardare anche voi le sfilate che ho seguito.

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Quando di una London Fashion Week non resta altro di cui parlare se non della collezione Spring 25 di Burberry, perché tutto il resto è un encefalogramma piatto…

Forse gli organizzatori dovrebbero mettersi l’animo in pace e procedere all’eutanasia di una manifestazione che da anni trascina il suo stato comatoso.

Comunque: Daniel Lee ha disegnato per la prossima estate di Burberry una collezione co-ed che gioca con l’iconico trench della casa.

Plasmandolo, accorciandolo, punteggiandolo di zip, fibbie, rouches e piume. Integrandolo in un look che non è certo da spiaggia. Pensato per la pioggia di un’estate londinese.

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A un qualche party VIP degli Emmy Awards è transitata, con Georgian Cimpeanu, la “nostra” Elisabetta Canalis:

in quei di Los Angeles non come ex di George Clooney ma come ospite (con Miriam Leone) del brand Franciacorta.

Look total black by Maison Met e diamanti Messika.

Tutta farina del suo sacco, invece, la stupefacente bellezza che si fa beffe dei 46 anni che Elisabetta Canalis ha compiuto. Appena una manciata di giorni fa.

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A Los Angeles la 76ma edizione dei Primetime Emmy Awards celebra la TV made in USA. Fanno incetta di premi Shogun (18 statuette) e The Bear (11). Per l’elenco dei premiati clicca QUI.

Sul red carpet si fanno apprezzare le iridescenti Dakota Fanning (Giorgio Armani Privé) e Jennifer Aniston (Oscar De La Renta).

Le women in black Selena Gomez (Ralph Lauren), Brie Larson (Chanel), Reese Whiterspoon (Dior) e Saoirse Ronan ( Louis Vuitton).

C’è Jodie Foster, premiata per True Detective, in Louis Vuitton blu. Naomi Watts verde Balenciaga, Sofia Vegara rosso Dolce& Gabbana e Meryl Streep in pink Alexander McQueen.

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Michael Kors ha portato alla New York fashion week una collezione Spring 25 in cui la leggerezza delle linee crea un’eleganza senza tempo arricchita da dettagli che premiano il fortunato connubio fra il marchio americano e la manifattura italiana

Tanto stile anche per il ritorno in città, con un guardaroba che veste fin nei minimi dettagli tutta la giornata. Michael Kors per Lei, per Lui e per il Pupo. Anche online.

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Alla New York fashion week presentate le collezioni Spring 25 di Palomo Spain e di Rodarte che narrano il loro Paradiso:

quello delle donne angeliche e senza tempo di Kate e Laura Mulleavy per Rodarte.

E quello genderless degli angeli di Alejandro Goméz Palomo: cherubini grondanti di glamour e sensualità che, ovviamente, sfilano in una chiesa.

Speriamo sconsacrata!

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Al TIFF, cioè al Toronto International Film Festival, hanno portato un glamour da VAMP Selena Gomez e Jennifer Lopez (finalmente senza Ben Affleck).

Che hanno presenziato rispettivamente le première di Emilia Pérez e di Unstoppable.

Il vestito total black di Selena Gomez è griffato Rodarte con gioielli Tiffany and Co. e scarpe Santoni.

Supersexy Jennifer Lopez in abito lamé by Tamara Ralph, stiletti by Dolce Gabbana, clutch Judith Leiber e gioielli Hassanzadeh.

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La collezione spring 25 di Proenza Schouler disegnata da Lazaro Hernandez e Jack McCollough propone elementi molto gettonati sulle passerelle di questa New York fashion week:

frange, asimmetrie e tip marinari.

Wes Gordon propone alla Grande Mela, per la collezione spring 25 di Carolina Herrera, semplicemente lo stile lussuoso e ottimista caratteristico della Maison:

osando sprazzi di yellow e di pink, fra pois e sirene.

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Back to school o back to office… Tommy Hilfiger affida la campagna per la nuova stagione autunnale ai piccioncini Abby Champion e Patrick Schwarzenegger.

Ambientata in quei di New York, dove Tommy Hilfiger ha appena presentato la collezione spring 2025.

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Venezia 81 chiude i battenti e l’elenco dei vincitori lo trovi cliccando QUI.

Fra le tante chicche di quest’edizione ricordiamo il baciamano fra donne.

Con Patty Smith che omaggia l’australiana Cate Blanchett sul primo red carpet del Festival del cinema “citando” l’australiana Nicole Kidman (vincitrice della Coppa Volpi) che baciava la mano di Isabelle Huppert a un defilé di Armani Privé, una manciata di anni fa.

Chissà che stavolta non nasca una nuova moda!

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Di grande effetto scenografico il red carpet di Lady Gaga che transita al Festival del cinema di Venezia con Joaquin Phoenix, Todd Phillips e il suo nuovo fidanzato Michael Polansky.

Co-protagonista del film in concorso Joker: folie à deux. Ovvero Joker 2.

Un look da vera diva, il suo, studiato nei minimi dettagli.

Con quel maestoso abito Dior Couture (by Maria Grazia Chiuri), i gioielli Tiffany and Co., calzari Christian Louboutin, make up diafano e l’elaborato fascinator da collezione by Philip Treacy del 2001.

Che fa passare in secondo piano le mise da giorno e gli altri total black – tutti griffati Dior – esibiti da Lady Gaga durante la sua permanenza in laguna.

Benché Illuminati dall’impressionante brillocchio miliardario, regalo del moroso.

In effetti dopo Lady Gaga scompaiono i look di tutte le VIP circolate a Venezia 81 fra feste, photocall e red carpet.

Scompare il red carpet stesso, che non vivrà nei prossimi giorni punte così elevate di glamour. Fermate il Festival!

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La strana coppia George Clooney e Brad Pitt sbarca al Festival del cinema di Venezia per presentare Wolfs, e non ce n’è più per nessuno.

Web e dintorni non hanno hashtag che per loro!

Perché Clooney & Pitt funzionano come coppia meglio che al fianco delle loro meravigliose compagne:

la stilosa Amal in giallo (Dior la mattina e Atelier Versace di sera) e la timida Ines, al suo primo red carpet che profuma di ex: di Angelina Jolie (a Venezia 81 con il film Maria).

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Come se dovessimo comporre un cabaret di pasticcini, scegliamo nella nutrita compagine di VIP griffati Armani Privé transitati al Festival del cinema di Venezia le evanescenti Victoria De Angelis (testimonial di Emporio Armani), Alessandra Mastronardi e Paola Egonu.

E ancora Gianmarco Gimbo Tamberi con la moglie Chiara Bontempi e la madrina del Festival Sveva Alviti. Tutti belli-bellissimi.

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Il cambiamento climatico ha ridotto a qualche sporadico acquazzone l’inverno, allungando all’infinito l’autunno: quella “mezza stagione” che era scomparsa, anche dai guardaroba.

È una bella opportunità di rivalsa per lo stile italiano, mortificato da decenni di supremazia del fast & trash fashion imposti dall’estero.

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La Mostra del Cinema di Venezia apre l’edizione n. 81 con un titolo trash che ha fatto sobbalzare i puristi della settima arte e ha popolato il suo primo red carpet dei protagonisti di Beetlejuice Beetlejuice.

Oltre che dei membri della giuria internazionale presieduta da Isabelle Huppert.

Perché 36 anni dopo la fortunata uscita di Beetlejuice, il regista Tim Burton ha sentito il dovere di produrne il sequel che fra vecchi protagonisti innesta new entry come Jenna Ortega e Monica Bellucci.

Battezzandolo proprio in laguna dove è giunto con il cast a completo.

Compagni nella vita e in celluloide Tim Burton e Monica Bellucci (in Dolce&Gabbana a pois e poi in VivienneWestwood Couture e Cartier) transitano mano nella mano per la gioia di web e dintorni.

Seguiti da Michael Keaton, Willem Defoe, Winona Rider (in Chanel), Jenna Ortega, Catherine O’Hara (in Oscar De La Renta).

Tanto, tanto black su questo red carpet! Preferito anche da Sigourney Weaver (in Chanel) che ritira il Leone d’oro alla carriera. Dalla madrina del Festival, Sveva Alviti (Armani Privè).

E (ok, col cinema c’entrano poco) dalle icone Roberto Bolle e da Patti Smith.

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L’estate è agli sgoccioli e presto anche le mie fidate Birkenstock torneranno al letargo invernale sostituite da… Già: ma da cosa?

Beh, da niente di altrettanto comodo ma il ritorno al tran tran cittadino sarà pratico e stiloso grazie all’arrivo di un infinito autunno.

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Quando ho riferito al mio gatto plebeo che Dolce&Gabbana ha prodotto un profumo per cani da 100 euro dedicato a Fefé, il barboncino di Domenico Dolce, ha commentato: “Evidentemente Fefé puzza“.

Snobbando un prodotto aristocratico, analcolico, certificato e aromatizzato con ylang ylang, sandalo e muschio (lo metterei anch’io!).

L’adorabile Fefé in… “persona” è testimonial di questo primo profumo griffato per cani, sul cui flaconcino verde spicca una zampetta in oro 24 carati.

In allegato alla lussuosa fragranza viene inoltre “regalato” un collarino DG con medaglietta disponibile in due misure (e che il mio gatto plebeo non indosserebbe mai).

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Il 28 agosto iniziano le Paralimpiadi e l’equipe francese erediterà lo smoking che ha sfilato in apertura delle appena archiviate Olimpiadi di Parigi 2024, griffato Berluti:

maison appartenente dal 1993 alla lussuosa scuderia del colosso della moda LVMH, sponsor dei Giochi.

Berluti è in effetti un marchio “francese” ma sfrutta il genio italiano e produce in Italia (come del resto Schiaparelli).

Fondato nel 1895 da Alessandro Berluti: emigrato Oltralpe ma nato a Senigallia (1865), che s’inventa calzolaio a Parigi dove presenta – all’Esposizione Universale del 1900 – la sua oxford realizzata in un unico pezzo, senza cuciture visibili. Un successo.

Quella scarpa è tuttora un must: si chiama Alessandro. È nei listini di Berluti nonostante la maison abbia rimosso quel nome dal suo DNA. Oggi nessuno più si ricorda di Alessandro Berluti: né a Senigallia, né in Francia, né su Wikipedia.

Firenze celebra Ferragamo, Parigi adora Louis Vuitton. Berluti? È solo un logo.

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Freddy accompagna in gara i meravigliosi ginnasti italiani anche alle Olimpiadi Parigi 2024.

Rafforzando il suo lungo e proficuo sodalizio con la Federazione Nazionale di ginnastica: artistica e ritmica.

Ma l’estate di Freddy non si dimentica dei “comuni mortali”: per loro ci sono i saldi e l’outlet online.

Amici dell’imminente back to school e di un confortevole rientro dalle vacanze al leisure quotidiano.

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Novak Djokovic vince la medaglia d’oro alle Olimpiadi: l’unico trofeo che mancava nel suo faraonico palmares.

E il campione serbo diventa così ancora più leggenda di quanto già lo fosse prima di questa spettacolare finale giocata contro uno stellare Carlos Alcaraz.

Numeri 2 e 3 del ranking ATP. Il più anziano (37 anni in Lacoste) e il più giovane (21 anni, vestito Nike) di sempre a disputare una finale olimpica.

Un match durato quasi tre ore (7/6 – 7/6) che ha espresso un tennis superlativo in cui nessuno dei due campioni ha mai ceduto il servizio né abbassato la guardia.

Che stile, che talento, che bello spettacolo! E che vittoria meritata quella del leone Djokovic che ha ruggito sotto gli occhi della moglie e dei figli.

E che ha pianto, in ginocchio, per una medaglia che non dà punti in classifica né denaro ma emozione, sì. Quella: immensa e indimenticabile.

Questo match sarà indimenticabile anche per molti di noi che amiamo il tennis di qualità: ce lo siamo goduto minuto per minuto.

E ringraziamo di cuore Jannik Sinner – mr. Numero Uno – per aver dato forfait alle Olimpiadi di Parigi (mentre Lorenzo Musetti ha vinto il bronzo individuale!).

Perché verosimilmente in finale ci sarebbe finito proprio lui, che neanche si sente italiano.

Così Sinner se n’è rimasto a casa, a Montecarlo, con le sue borse Gucci, la fidanzata russa, la tonsillite: vera o tarocca che fosse. Felice lui. Felicissimi noi!

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Ieri sono iniziate le Olimpiadi a Parigi e volevo parlare delle divise della compagine italiana griffate per la quarta volta Armani EA7 e di quanto fosse patriottico il dettaglio dell’incipit dell’Inno di Mameli riprodotto all’interno di felpe e giacche.

Ma sono rimasta basita quando ho visto, durante la cerimonia d’apertura, il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (83 anni) e sua figlia Laura fradici, che sulla tribuna d’onore si riparavano con una busta sulla testa dalla pioggia battente in attesa di salutare il passaggio degli atleti tricolore.

L’incredibile scena ha fatto il giro del web, ma il presidente Mattarella ha glissato con signorilità sull’imbarazzante disorganizzazione francese e oggi ha sfidato di nuovo la pioggia per presenziare alle gare:

e si congratula con Filippo Ganna, che ha vinto la medaglia d’argento.

Poi tocca a Luigi Samele ricevere i complimenti del Presidente per la sua medaglia di bronzo conquistata appena una manciata di minuti fa.

Così alla fine l’orgoglio italiano batte la cafonaggine francese. Questo sì che è patriottico.

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Povera borsa o borsa povera? Credo che la prima definizione sia quella che calzi più a pennello alla borsa in rafia.

Estiva e poco appariscente è l’ultima ad arrivare in guardaroba, dove spesso viene dimenticata.

Povera borsa! Banalizzata dal pregiudizio che la relega in una sottospecie chip e campagnola.

Ma da qui a definirla borsa povera ce ne passa, visto che non ha niente da invidiare alle “colleghe” più gettonate nei listini delle più belle maison.

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Fra saldi e novità, stamattina ho giocato a scegliere i primi 5 casual looks della newsletter per farmi stupire ancora una volta dalla caleidoscopica essenza del denim.

Ecco Levi’s, Marella, Alexander Wang, Kenzo e Stella McCartney kids.

Coniugano questo irrinunciabile tessuto con ogni quotidianità infondendovi stili e tendenze. Magico denim: pratico e inclusivo. Libero e (volendo) economico e trendy.

Per Lui, per Lei e per il Pupo...

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Basic Instinct? Oggi non farebbe più scandalo, opina Sharon Stone al pubblico del 70° Taormina Film Festival, che l’ha premiata con il Cariddi d’Oro.

E con una calorosa ospitalità che ha accompagnato la sua due-giorni siciliana.

Bellissima e stilosa, i suoi cambi d’abito hanno fatto il giro del web griffati Antonio Marras (2, 4), Dolce e Gabbana (1, 5), Etro (3).

Facendo così dimenticare la Sharon Stone che scimmiottava se stessa su Instagram, appena qualche giorno fa.

Sharon Stone si è raccontata, ha preannunciato una mostra dei suoi quadri a Roma quest’autunno.

Ha parlato di libertà e di politica, di cinema, degli USA e dell’Europa dove si sente a casa tanto che potrebbe trasferirvisi sul serio.

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Disney e Balmain festeggiano i trent’anni del Re Leone con una capsule collection disponibile anche online.

Disegnata da Olivier Rousteing e ispirata dal folclore africano si avvale delle belle stampe dei pittori Nika Mtwana e Enfant Prècoce.

Sono una trentina fra capi di abbigliamento e accessori per lui e per lei, oscillanti fra lusso e mood casual in cui fumetto e influssi etnici si sposano senza risultare banali.

Una magia per adulti che amano tornare bambini in un battito di ciglia.

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Una standing ovation accoglie Kate Middleton alla finale maschile del torneo di Wimbledon:

seconda apparizione pubblica di quest’anno per la Principessa bellissima e radiosa, accompagnata da Pippa e dalla piccola Charlotte.

Una longuette viola by Safiyaa semplice ma elegante per lei. Un abitino di chiffon by Guess per Charlotte. Entrambi acquistabili online.

Lo spagnolo Carlos Alcaraz batte l’icona Novak Djokovic: entrambi i campioni premiati dalla meravigliosa Kate.

E il suo charme fa dimenticare l’assenza di William, volato a Dusseldorf con George per presenziare la finale degli Europei di calcio: Spagna-Inghilterra.

Il web non perdona il look mini-me di George: in effetti una versione in scala del suo aristocratico papà.

“Vestiti uguali” su in tribuna William e George soffrono e gioiscono e soffrono e infine si disperano.

Mentre re Felipe VI di Borbone gongola e sorride e infine esulta con l’Infanta Sofia, vestita col rosso della sua squadra.

La Spagna vince meritatamente il trofeo restituito, ahinoi, da Chiellini. L’Inghilterra incassa sgarbatamente il 2-1.

E al Principe di Galles non resta che la foto di consolazione assieme ai Reali iberici che “coronano” così di successo entrambe le finali.

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Tuffiamoci in un arcobaleno di colori effetto crochet che non fa pensare ai centrini di nonna ma al glamour che accarezza le onde del mare di un’estate felice.

E Missoni rende più inebriante la sua bella stagione vestendo con gli inconfondibili pattern della maison le 2000 bottiglie della limited ed. griffata per Malfy Gin.

Me Fui pensa anche ai baby bagnanti, felici come le sorelle Rodriguez: Cecilia neosposa del suo Ignazio Moser e Belen che ha appena firmato un bel contratto con Discovery.

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HC – Per la cronaca: c’erano anche Nicole Kidman, Isabelle Huppert e Naomi Watts nel front row della collezione FW24-25 di Balenciaga by Demna Gvasalia.

Ma web e dintorni non avevano clic che per Katy Perry, protagonista di una tre-giorni parigina stilisticamente esuberante e maliziosamente giocata sul nude look.

Dall’abito senza segreti by Noir Kei Ninomiya esibito a Vogue World. Al minidress di velluto red dallo strascico di 200 metri col testo di Woman’s world, in uscita l’11 luglio.

Street style birichino e coup finale da Balenciaga come Venere in Visone senza visone (fortunatamente): mettendo un’eco-pelliccia noir su… un bel niente. O giù di lì.

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Per Chanel è Haute Couture senza la direttrice creativa Virginie Viard, “congedata” bruscamente ai primi di giugno ma verosimilmente autrice di questa collezione che snocciola tutto ciò che fa Coco: irresistibilmente parigino.

Giambattista Valli – felicemente reduce dalla sua prima sfilata di abiti da sposa alla Barcellona Bridal week di aprile – ci trasporta come sempre in una dimensione da favola con la sua preziosa e romantica couture.

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A Parigi è tempo di Haute Couture e tocca a Schiaparelli aprire le danze con la collezione FW24-25 disegnata da Daniel Roseberry: The Phoenix.

La Fenice che risorge e si rinnova, pensando alla vita multiforme di Elsa Schiaparelli e pensando alle donne che volano incontro al futuro con bianche ali da cigno.

Preziosi, scultorei e raffinati i modelli che sfilano in un’ambientazione ipnotica e lussuosa.

Fra tanti VIP in prima fila splendono Anitta e Doja Cat.

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Belli-bellissimi: Diletta Leotta e il portiere del Newcastle Loris Karius, si sono sposati sabato al tramonto nel corso di una cerimonia sull’isola di Vulcano che ha fatto sognare web e dintorni.

La natura incantata ha incorniciato una favola moderna: la principessa Diletta bellissima. Radiosa nel suo romantico vestito di Atelier Emè: AlI I ever wanted la scritta ricamata in fondo al velo.

E poi gli anelli portati all’altare dal cagnolino Lillo. La piccola Aria, figlia della meravigliosa coppia, a suggellare tanta felicità. La monumentale torta creata da Sal Di Riso, i fuochi d’artificio…

E l’affetto di 160 invitati fra cui la damigella Elodie, la testimone Barbara Berlusconi, Chiara Ferragni, Michelle Hunziker con Aurora Ramazzotti, Elisabetta Canalis, Alvaro Morata, Luca Argentero.

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Donatella Versace è stata nominata Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e ha quindi partecipato al ricevimento tenutosi al Quirinale per le celebrazioni dei 78 anni dell’Italia repubblicana.

Assieme ai neo-insigniti 25 Cavalieri del Lavoro fra cu altri nomi illustri del mondo di moda e beauty.

Parliamo di Pietro Beccaria, CEO di Louis Vuitton dopo Fendi e Dior. Sono inoltre Cavalieri del Lavoro la stilista Chiara Boni, il “profumiere” di Missoni, Atkinsons, Moschino Giovanni Sgariboldi di Euroitalia.

Fabio Ravanelli CEO di MIRATO (Malizia, I Provenzali, Breeze ecc.). E Graziano Giordani creatore di Graziano Ricami: un’eccellenza dell’artigianato made in Italy.

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Timeless Elegance è la definizione che Carlo Pignatelli ha dato alla collezione di alta sartoria SS25, presentata nella magica cornice della reggia di Venaria.

La sartorialità italiana ibridata dalle nuove tendenze di stile crea per LUI non solo proposte tradizionali ma look anticonformisti che non disdegnano tips di colore.

Tanti VIP, amici della maison, hanno partecipato all’evento. Fra questi Simona Ventura, Natasha Stefanenko, Antonella Elia, Akash Kumar e Samuel.

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Non solo attrici: erano tutte sirene, incantatrici ed eleganti, che hanno attraversato il red carpet del Festival di Cannes.

Appena conclusosi con la consegna della Palma d’oro al film Anora di Sean Baker.

Le più ammirate da web e dintorni: Demi Moore, Carla Bruni, Cate Blanchett, Noemi Campbell, Jane Fonda, Meryl Streep. Per loro gli anni non passano.

E le “migliori attrici“: le premiate Selena Gomez e Zoe Saldana. Au revoir!

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A luci spente assegniamo l’ultimo premio del Festival di Cannes alle gemelle diverse 2024: Elodie e Pia Wurtzbach, (Miss Universo).

Chissà se le due bellezze si sono incontrate sul red carpet, confrontando così in diretta i loro nude look: due reticelle su body color carne, rispettivamente di Versace e di Fendi.

Le differenze fra i due abiti annullate dal look identico scelto dai loro stylist: capelli tirati, piccoli orecchini pendenti.

Vince il fisico mozzafiato e il portamento da modella di Pia Wurtzbach ma Elodie recupera punti grazie all’abito di Versace: più glam rispetto a quello basic di Fendi. Quindi: paritá!

Prima ancora che la consegna della Palma d’oro chiudesse il 77° Festival di Cannes, la kermesse ha omaggiato gli attori a 4zampe consegnando il Palm Dog 2024 a Kodi, protagonista di Dog on Trial.

Gran Premio della Giuria 2024 a Xin, il levriero del film Black Dog.

Sul red carpet ha però vissuto la sua mezz’ora di simpatia Messi, vincitore del Palm Dog 2023.

Mentre web e dintorni non si stancavano di cliccare le immagini del tenerlo Pilaf:

l’inseparabile amico a 4zampe di Demi Moore.

Quest’anno non ho avuto la forza di elencare gli abbinamenti diva/griffe transitati sul red carpet del 77° Festival di Cannes.

Ma cinefili e fashion addicted si saranno comunque saziati navigando su web e dintorni.

Ecco una panoramica sui fiori di Cannes: les fleurs dipinti, ricamati, applicati su corpi quasi sempre sinuosi. Su splendidi tessuti.

Da manine ignote e sapienti, ici o forse dall’altra parte del pianeta. Davvero très chic.

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Il web e la carta stampata nei giorni del Festival di Cannes ci hanno stordito col glamour del suo red carpet monopolizzato dalle donne. Ma fra rouches e crinoline ogni tanto sbucava il sorriso di un “maschio”!

Charmant, impeccabili: ecco le icone Nicholas Cage, Richard Gere, Kevin Costner. E Pierfrancesco Favino.

Si sfocia nella leggenda, almeno per noi che amiamo il cinema hollywoodiano, con George Lucas che riceve la Palma d’oro d’onore dalle mani di Francis Ford Coppola.

E quell’abbraccio: che emozione!

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Il red carpet del Festival di Cannes non poteva farci mancare la solita bellona che gira quasi completamente nuda in un contesto destinato a gente… vestita.

La più fotografata e cliccata fra le tante è stata come tojours Bella Hadid, transitata con addosso un bel niente griffato Saint Laurent by bla bla bla… Che noia!

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Anche quest’anno il tapis rouge del Festival di Cannes non ha deluso i fashion addicted accogliendo donne meravigliose nei loro abiti da principessa, da sirena, da vamp e da… uomo.

La selezione di robe da uomo è stata inaugurata da Meryl Streep, in apertura di Festival. A Cannes per ricevere la Palma d’oro d’onore per la sua importante carriera.

E altre VIP l’hanno seguita.

Anche le nostrane Luisa Ranieri e Teresa Mannino. Transitando su red carpet e dintorni in austeri tuxedo al posto di sete fruscianti.

Unica civetteria: una nota di colore al posto del total black.

Ma in effetti la più titolata a girare per Cannes in giacca e pantalone era Chiara Mastroianni, che al Festival partecipa con il film Marcello Mio.

Ricordando il suo indimenticabile papà.

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Un Jannik Sinner benedicente pubblicizza i borsoni Gucci Savoy Duffle.

Fashion addicted mentre gli acciacchi fisici lo tengono lontano dai campi da tennis: e dopo il suo forfait dagli Internazionali di Roma, sarà a Parigi per il Roland Garros?

Al Foro Italico c’era Chiara Ferragni con il suo completino Lacoste. Sorrisi. Autografi. Vacanze romane da tennis addicted dopo i forfait dalle recenti fashion week per acciacchi… d’immagine!

Sarà a Parigi per l‘Haute Couture?

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Smaltita la tempesta ormonale provocata dalla guida spericolata di Alessandro Michele, Gucci ritrova la pace dei sensi sotto la direzione creativa di Sabato De Sarno.

E così Gucci Cruise 25 sfila alla TATE Modern di Londra sui binari rassicuranti dell’heritage “aziendale”:

il lusso rigoroso illuminato da un’evanescente allure romantica.

In un “dialogo fra contrasti” che definisce il nuovo progetto stilistico di Sabato De Sarno:

“Cercare in una dimensione pre-esistente un nuovo appeal per gli occhi di chi guarda“.

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The garden of time era il tema del Met Gala di quest’anno.

Preludio alla mostra Sleeping Beauties allestita dal 10 maggio fino al 2 settembre al Costume Institute del Met di New York con 250 abiti che rappresentano 400 anni di storia.

Il sontuoso green carpet si è attenuto al tema del Met Gala fra richiami alla natura e abiti d’archivio che non deludono i social.

Fra i più cliccati i due look di Zendaya by John Galliano per Maison Margiela e per Givenchy nel 1996. E Jennifer Lopez, splendida in Schiaparelli.

Vintage il Givenchy by Alexander McQueen di Kendall Jenner, i Versace di Emily Ratajkowski e di Donatella Versace.

E il teatrale Balenciaga indossato da Nicole Kidman. Ancora Maison Margiela e John Galliano per Gwendoline Christie.

Il Met Gala ha srotolato il suo green carpet dedicato a The Garden of time.

E fra tanti VIP sono transitati anche Damiano dei Maneskin e la fidanzata Dove Cameron.

Griffati Diesel by Glenn Martens: tenebroso lui, con lo smoking effetto nude e il nipple ring.

Bucolica lei, in un tripudio di chiffon cipria e fiori a tema con la serata. Che carini!

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Quando d’estate vedo in giro per la città tante amiche curvy che mortificano la loro femminilità indossando i soliti leggins neri con l’immancabile t-shirt lunga o il camicione di poliestere, rigorosamente neri.

Perché “il nero sfina” e quindi il loro armadio deve per forza portare il lutto.

Vorrei dare fuoco agli orrendi pantacollant e raccontare la leggerezza del bianco, dei ricami, del lino, del cotone naturali. La piacevolezza delle linee scivolate che non infagottano ma accarezzano la silhouette.

Boho chic, di una buona marca come Marina Rinaldi, contro luoghi comuni.

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Si spengono le luci sulla 69ma ed. dei David di Donatello, che ha consegnato sette statuette al film Io capitano di Matteo Garrone.

E sei a C’è ancora domani, di e con Paola Cortellesi.

Che ha vestito Armani sia la mattina all’anteprima in Quirinale, ospitata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Che al gala.

Per la lista dei premiati clicca QUI.

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L’altalenante meteo sfida il guardaroba con escursioni termiche impazzite che hanno fatto sbucare dalla scarpiera perfino le Birkenstock.

Un anticipo d’estate che fa subito hashtag: le Birkenstock brutte. Sgraziate. Col calzino o nude? Mai e poi mai, oppure: non vivo senza?

Perché puoi farne a meno. Se non le provi o se non trovi subito la Birkenstock ideale. Già: esiste anche la TUA. E quando finalmente l’avrai sui piedi non la toglierai più. Crea dipendenza.

Io: Gizeh. E tu?

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Esiste un’élite politica in gonnella promotrice del made in Italy eccellente: che deve conquistare il mondo.

Ma viaggia su auto-blu tedesche. Sfoggia borse, gioielli, bauli e tailleur francesi.

Perché la Kelly, la Birkin e quel certo tweed fanno VIP. Roba potente. Da capo. Da chi capisce cosa conta.

La bella borsa italiana non fa power. Prada, Gucci, Versace, Fendi… giusto per l’apericena.

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La scomparsa di Roberto Cavalli ha chiuso un altro capitolo di quel made in Italy fatto di passione, genialità e pionierismo che mezzo secolo fa ha conquistato il mondo.

Il suo marchio gli sopravviverà, stilizzato da Fausto Puglisi e proprietà di un qualche mogul straniero.

Ma noi ricordiamolo rubando qualche chicca dal suo blog, a partire da una frase che Roberto Cavalli soleva ripetere spesso: L’eccesso è il mio successo. Il suo motto.

Non voglio essere definito né stilista né designer. Mi piace considerarmi un artista della moda, uno a cui piace trasformare semplici tele di cotone bianco in preziosi broccati.

Sono sempre stato affascinato dalle donne, dal loro mondo, dal loro modo di vedere le cose, dalla loro capacità quasi sovrannaturale di creare la vita.

Amo gli animali: il loro istinto, la loro trasparenza. Caratteristiche che possiamo trovare nei bambini.

La moda è colore, joie de vivre, sperimentazione, audacia, comunicazione.

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Diesel ha affidato la campagna estiva a una corte dei miracoli di record holders fra i più raccapriccianti del Guinness dei Primati.

E su Instagram sotto l’hashtag #ForsuccessfulLiving c’è Ralph Buchholz, guru del piercing.

Poi c’è Dalibor Jablanovic con i cucchiaini e poco più sotto c’è Nicola Anne Peltz, moglie di Brooklyn Beckham, in total Diesel per un servizio su Nylon Mag.

Secondo voi chi dei tre è più… successful nel vendere jeans?

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È arrivato il primo weekend del Coachella Valley Music and Art Festival.

Un tripudio di musica, arte, gastronomia e stile da seguire sui canali YouTube che copriranno tutto quanto fa musica live e registrata, playlist, merchandising e blogging.

Comodamente dall’Italia puoi assistere in diretta YouTube ai concerti su sei palchi, utilizzando il multiview.

Che permette di visualizzare in contemporanea quattro maxischermi, ascoltando il preferito e facendo pure shopping.

Il programma del festival è sul web: aggiungi 8 ore per il fuso orario.

In Italia il clima è più rigido ma anche senza sfoggiare gambe e ombelico potrai coachellizzare il tuo stile con boho tips per una full immersion nel California mood.

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Il denim non è un semplice tessuto. Fa parte della nostra vita. La rende più semplice. È alla portata di tutti.

È un vero amico: ci veste e tante volte ci salva… sportivo ma anche glam.

Per una stagione a tutto denim ci pensa Le Silla a infilarlo ai nostri piedi. A riempire la scarpiera.

E a metterci pure la borsa abbinata! Il tutto disponibile anche online.

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Fa tappa a Roma il tour delle première di Challengers, il film di Luca Guadagnino in uscita il 24 aprile.

E i look sfoggiati all’uopo dalla protagonista Zendaya fanno il tour dei social e il pieno di like.

Dopo la sirena lamé di Loewe e il completino da tennis bianco firmato Lacoste di Sidney.

Dopo il trittico Louis Vuitton di Parigi con la chicca dell’abitino verde vintage del 2013 by Marc Jacobs.

Finalmente a Roma, Zendaya delizia i social con un vestito da tennis di Loewe e un seducente completo ghiaccio di Calvin Klein.

Aspettiamo il look che esibirà da Fazio, a Che tempo che fa, il prossimo 14 aprile.

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Appuntamento col glamour caleidoscopico di Pucci a Roma, con il Very Vivara Show:

la collezione estiva disegnata da Camille Miceli che ha sfilato a Palazzo Altemps.

Linee aggraziate e meravigliose stampe d’archivio anche su pelle e denim. Molti look sono acquistabili anche online.

Fra i VIP presenti all’evento: Isabella Rossellini chiude il defilé.

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Omega x Swatch continua a creare emozioni con i due nuovi esemplari della Bioceramic MoonSwatch collection in versione nera o bianca: New Moon e Full Moon.

Uguali e opposti, Yin e Yang: con cassa, corona e pulsanti in bioceramica, cinturino in velcro e Snoopy che indica le fasi lunari ben visibile anche di notte grazie al SuperLumiNova. Imperdibili.

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La Giorgio Armani Operations SpA è finita in amministrazione giudiziaria, per decisione del Tribunale di Milano, a seguito di un’indagine dei Carabinieri Nucleo Ispettorato del Lavoro guidata dal pm Paolo Storaro per il mancato controllo della filiera produttiva che ha favorito il regime di schiavitù lavorativa adottato da aziende subappaltatrici cinesi.

Le quali sfruttavano manovalanza anche clandestina per la produzione di borse e pelletteria griffate Armani.

Si tratta di un provvedimento gemello di quello toccato ad Alviero Martini lo scorso 24 gennaio. I due guru del lusso made in Italy non sono sotto inchiesta ma, avendo tratto profitto dalle condotte illecite di terzi, per un anno saranno sotto amministrazione giudiziaria come misura di prevenzione volta a ristabilire strategie produttive più etiche.

Anche se risulta odioso il fatto che un ispettore della Giorgio Armani sia stato beccato dai Carabinieri proprio in uno dei laboratori perquisiti.

A Los Angeles gli iHeart Radio Music Awards premiano i campioni d’ascolto del network.

Beyoncé veste country griffato Versace – in sintonia con il nuovo album Cow-boy Carter – per ricevere l’Innovation Award.

Beyoncé si trascina dietro un redivivo Stevie Wonder. Posa con Katy Perry – ricoperta da una reticella by InteriorNYC – e con l’Icon Award Cher, premiata da Meryl Streep:

insieme come nel 1983, ai tempi di Silkwood.

La meravigliosa Cher in Dolce & Gabbana con un pantalone che, racconta lei stessa, indosso da 40 anni!

Apprezzati dai social il look alla Kiss di JoJoSiva, lo chemisier limone di SZA, i guanti di pizzo e le moine di Jared Leto.

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Si credeva ad un divorzio ma invece è stato uno tsunami a portare via Pier Paolo Piccioli dalla maison Valentino dopo 25 anni di onorato servizio.

Perché neanche il tempo di far raffreddare la sua sedia a Palazzo Mignanelli che al suo posto di direttore creativo si è seduto Alessandro Michele.

Il Genio pantagruelico che ha portato Gucci alle stelle e che non solo a settembre farà sfilare a Parigi la sua prima collezione-donna targata Valentino.

Ma a febbraio 2025 esordirà sulle passerelle magiche dell’haute couture: una consacrazione che già manda in fibrillazione il mondo della moda.

Le aspettative sono altissime perché nessuno crede al neo-direttore creativo quando giura che tratterà coi guanti di velluto l’heritage aziendale.

La maison Valentino non sarà mai più quella prima dopo il 2 aprile: il giorno in cui si apre ufficialmente l’era dello tsunami Alessandro Michele!

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Pier Paolo Piccioli e Valentino Garavani “divorziano” dopo un quarto di secolo di totale sintonia. Perché? Chi sarà il nuovo direttore creativo della maison?

Sono domande a cui non rispondono i comunicati di entrambe le parti. Ma Valentino intanto salterà le collezioni-uomo di giugno e l’haute couture.

Pier Paolo Piccioli era arrivato da Valentino con Maria Grazia Chiuri nel 1999. Nel 2008 i due prendono la guida della maison. Dal 2016 Piccioli resta da solo alla direzione creativa. Fino ad oggi.

“Questo patrimonio d’amore, di sogni, di bellezza e di umanità lo porto con me oggi e per sempre”. Dove? Non si sa.

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La luce e il profumo della primavera invitano a lasciare nell’armadio i capi torvi dell’inverno per immergersi nel glamour leggero ed ottimista di Genny.

Uno stile italiano che strizza l’occhio alle ragazze. Ma anche alle loro mamme. E perché no: alle nonne. Alle donne in armonia con lo specchio e con se stesse.

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La collezione PRO-TECH by SATHOSHI di Save the Duck offre un outdoor animal free con tessuti tecnici ad alte prestazioni e PFC free per unire traspirabilità, leggerezza e massima protezione dalla pioggia.

Lavabile in lavatrice.

PUMA x FIRSTMILE forse è meno votata alla green economy ma ce la mette tutta per fornire ai runner un abbigliamento eco-friendly in DryCell:

70% di materiali riciclati, pratici ed elastici per massimizzare le performance.

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Fino al 24 marzo al Teatro Arcimboldi di Milano è di scena il Fashion Freak Show:

uno spumeggiante omaggio al genio di Jean Paul Gaultier che se lo è scritto, diretto e… vestito da solo.

Due anni di preparazione e trecento outfit che snocciolano le pietre miliari del patrimonio di glamour creato da Jean Paul Gaultier per le passerelle e per le star della musica internazionale.

C’è l’orsacchiotto Nana, ci sono i corsetti iconici e sfacciati di Madonna.

C’è la storia di una vita, le coreografie di Marion Motin, la musica curata da Nile Rodgers al ritmo di le freak, c’est chic! Imperdibile.

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Quattro mesi dopo la partecipazione al BRICS Fashion Summit, Ornella Muti torna in Russia con la figlia Naike.

Che sfila per Maison Esve alla Moscow fashion week.

La nostra diva ama dichiaratamente la Russia, che ricambia e le dedica un murale realizzato dallo street artist napoletano Jorit a Sochi.

Inaugurato durante il World Youth Forum.

Sul cui palco Jorit si fa una foto con Putin: il suo idolo. La gogna mediatica condanna il gesto e lo strapazza ben bene.

E lo scandalo travolge anche le ignare signore Rivelli, già in viaggio per l’Italia.

Ora: è ovvio che dichiararsi russofili e putinofili susciti biasimo. C’è la guerra.

Io non lo sono ma ho esitato per molti giorni a pubblicare sul mio blog quel murale per dire che mi piace. Avevo paura.

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Quando la toppa è peggio del buco… È il caso della famigerata foto di famiglia che Kate Middleton avrebbe postato domenica su Instagram:

la Principessa di Galles radiosa con i tre meravigliosi figli.

Era la prima immagine ufficiale della Principessa da quell’intervento chirurgico del 16 gennaio dopo il quale è scomparsa dai radar alimentando, su web e dintorni, allarmismi e ipotesi strampalate.

Ma si rivela un fake.

Smascherato in un batter di clic dai Photoshop addicted che dissezionano la foto inondando i social con i reali strafalcioni dell’AI (niente fede nuziale, figure sproporzionate, le dita artigliate…).

Scoppia il caso.

Associated Press, Getty Images, Reuters e France Press ritirano la foto taroccata. Su X è un turbinar di meme. L’autrice misteriosa si scusa per il fake ma: che catastrofe!

E il mistero s’infittisce: dove sei, Kate?

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Cinema e glamour al top come ci si aspetta dalla notte degli Oscar che ha deluso il cinema italiano e ha confermato le previsioni che vedono trionfare Oppenheimer a cui vanno le sette principali statuette della serata.

Quattro Oscar a Povere Creature fra cui c’è la miglior attrice Emma Stone. Barbie porta a casa “solo” l’Oscar per la già pluripremiata canzone What I was made for di Billie Eilish.

Per l’elenco completo dei vincitori clicca QUI.

Red carpet: i più apprezzati da social e dintorni sono Zendaya in Armani Privé, Vanessa Hudgins con pancione in Vera Wang, lo spumoso Giambattista Valli rosa di Ariana Grande.

E Margot Robbie in Versace finalmente black.

Emma Stone sfila in Louis Vuitton, Emily Blunt in Schiaparelli. Poi ci sono il tartan Loewe di Andrea Riseborough, il Dior a pois di Jennifer Lawrence.

E il tweed da collegiale di Billie Eilish in Chanel.

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L’Olimpo del pret-à-porter parigino vede Balmain e Loewe alle prese con ispirazioni bucoliche che dissacrano le sagome estremamente stilizzate della collezione FW24-25.

Ci sono le uve di Olivier Rousteing che pensa alla sua Bordeaux. E i ravanelli di Jonathan Anderson che cita Albert York. Virtuosismi stilistici in punta di ago.

Givenchy e Giambattista Valli percorrono strade piu sicure proponendo quell’allure parigina così chic e leziosa che tutti si aspettano all’ombra della Tour Eiffel.

Abitini fru fru e completini magistralmente abbinati, plasmati su una Audrey Hepburn ideale. Si sfiora l’haute couture: ma è solo la collezione FW24-25.

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Maria Grazia Chiuri disegna per Dior una collezione FW24-25 che riporta la maison nei favolosi Sixties, quando abbraccia il pret-à-porter: da Marc Bohan a Philippe Guibourgé e Miss Dior.

Cita Gabriella Crespi e Shakuntala Kulkarni le cui opere incorniciano la sfilata: body, armour, cages. Sagome di bambù che come i vestiti sono armature per proteggere il corpo. O gabbie per imprigionarlo…

Da un punto di vista meno concettuale diciamo che la collezione veste una quotidianità algida e urbana, dalle linee pulite e luminose con flash di denim, tartan e animalier che ammiccano a qualunque fascia d’età e al mercato asiatico.

E che sia a Parigi o a Seul, la sera si fa preziosa: i vestiti diventano gioielli. Un lusso da couture.

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Victoria De Angelis – Venere tascabile e bassista dei Maneskin – è il corpo che pubblicizza la collezione underwear primaverile di Emporio Armani.

Ma non brilla per… fedeltà, visto che il suo piglio glamour ha cannibalizzato le sfilate della Milano fashion week.

Emporio Armani e Giorgio Armani come testimonial. OK.

Ma la bionda Vic ha bazzicato anche Diesel, MM6 Maison Margiela, Blumarine, Laneus e qualche after-party. Per la gioia di web e dintorni…

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Lo stile fluido e cittadino di Giorgio Armani FW24-25 chiude (come sempre?) la settimana della moda milanese.

Non c’è la nevicata liberatoria che ha animato la collezione FW24-25 di Emporio Armani qualche giorno fa. Ma tanti fiori, invernali e preziosi. Che sottolineano un mood languido e ottimista.

Nel front row davvero bellissima, luminosa, splendida Cate Blanchett rappresenta la femme ideale che Re Giorgio evidentemente vestirebbe 365 giorni l’anno.

È la normalità di un sognatore, ma non siamo tutte così. Ieratiche e perfette… ma che parliamo affare!

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Quasi vent’anni dopo l’uscita di The Devil wears Prada, i Sag Awards hanno riunito sullo stesso palco, come presentatrici, le tre protagoniste:

Meryl Streep (in Prada), Emily Blunt (in Louis Vuitton) e Anne Hathaway (in Versace).

La rimpatriata ha fatto scalpore ma non ha illuso i fans, che continueranno a sognare invano il sequel del loro cult movie preferito:

“Guardatevi quello vecchio“, taglia corto Anne Hathaway.

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Burberry chiude la 40ma London Fashion Week con una collezione co-ed FW24-25 disegnata da Daniel Lee imperniata sui pattern stilistici della casa e su quanto di più british si possa pensare di mettere nell’armadio.

Che siano parka, shearling lunghi e corti, montgomery o i soliti trench Burberry rivisitati, i capispalla dominano una selezione di abiti che richiamano in tutto e per tutto la brumosa campagna invernale d’oltremanica.

Il verde muschioso esalta il tartan e quei brandelli di pelliccia sparpagliati qua, orribili. Il tutto molto lontano dai nostri inverni mediterranei in cui neanche si indossa più il cappotto. Ma che può funzionare nella brexit fashion.

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La moda è bella perché agli antipodi rispetto all’odioso fenomeno del fast fashion resistono realtà di nicchia come Rodarte delle sorelle Kate e Laura Mulleavy.

Che consegnano ad un universo onirico e suggestivo anche i capi della collezione FW24-25. Il pret-à-porter che va a braccetto con la sartorialità preziosa.

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Sette premi a Oppenheimer, cinque a Poor Things, migliore attrice Emma Stone: i 77mi BAFTA Film Awards hanno elargito gli annuali premi. Per l’elenco completo clicca QUI.

Il blasonato red carpet ha sottolineato l’assenza di Kate Middleton al fianco del Principe William, presidente onorario dei BAFTA dal 2010 e che ha onorato in solitudine il suo incarico. Una stretta di mano a David Beckham e poi il posto in platea accanto ad un'”altra” Cate (Blanchett).

Kate Middleton non è una presenza costante alla Royal Festival Hall ma aveva partecipato agli Oscar inglesi lo scorso anno, frizzante e ammiratissima nel suo bianco Alexander McQueen vintage con guanti neri.

La sua assenza di quest’anno acuita dal mistero sulle sue effettive condizioni di salute.

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Donald Trump irrompe a sorpresa al Philadelphia Convention Center per presentare agli appassionati dello Sneaker Con le sue scarpette da collezione.

Mille esemplari prenotabili online. Massimo tre a persona.

Incurante dei fischi Trump presenta i due modelli senza lacci bianco e rosso (199 dollari) e il pezzo forte, già sold out: le Never surrender high top sneakers dorate (399 dollari).

Acquistabili col Super Hero charm.

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Il 58° Superbowl è stato vinto ai supplementari dai Chief of Kansas City, che hanno battuto 25/22 i 49ers di San Francisco.

Ma è San Valentino e sottolineiamo che l’incontro è stato suggellato a bordo campo dal più romantico dei baci fra Travis Kelce e la morosa Taylor Swift volata appositamente a Las Vegas dal Giappone, dove è in tournée, solo per abbracciare il suo campione.

Taylor Swift non poteva mancare a quello che per gli americani è l’evento dell’anno. Ha seguito la partita dalle tribune con mamma e amici fra cui Blake Lively e Lana Del Rei. Offuscando con la sua appassionata tifoseria gli altri VIP e perfino l’halftime show di Usher (con Alicia Keys e H.E.R.).

E ora che il million dollars kiss ha finito di fare il giro del mondo, tutti aspettiamo il matrimonio da favola.

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Christian Siriano e Prabal Gurung presentano in apertura della New York fashion week delle collezioni FW24-25 che – evidentemente per la dimestichezza che le due maison hanno con i più blasonati red carpet – riescono a trovare un piacevole equilibrio fra pret-à-porter e couture.

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Tommy Hilfiger torna a New York per p nonresentare al Grand Central Oister Bar la collezione co-ed FW24-25 intitolata A New York Moment.

Che come dice lo stesso nome è un’ode ad un Classic american cool che unisce i motivi heritage della casa con volumi vintage e cosy.

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Abbiamo iniziato il 2024 con la lieta novella della nascita di Matilde, figlia di Federica Pellegrini.

E abbiamo chiuso gennaio con la triste scomparsa di Sandra Milo, icona di stile e persona “di famiglia” dopo 70 anni sotto i riflettori.

Al centro dell’attenzione le sfilate e le novità per il prossimo inverno di Pitti Uomo e della Milano Fashion Week uomo.

E le collezioni da sogno SS24 dell’Haute Couture parigina di Armani Privè, Valentino, Schiaparelli e tanti altri.

E poi l’anno del Drago visto da Swatch, Kenzo e da Fendi con Pokémon. Amore e stile sul red carpet dei Golden Globes.

La collab fra Stella McCartney e SORAYAMA. Sexy San Valentino e l’Impacciatore impacciata… Ciao!

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All’insegna di una levità adolescenziale e luminosa la collezione SS24 di Chanel by Virginie Viard corredata dal corto The Button: diretto da Dave Free, musicato da Kendrick Lamar e interpretato da Margaret Qualley, Anna Mouglalis e Naomi Campbell.

Sfilano tanto bianco e tanto tulle, pensando alla danza.

Tanto tulle anche nell ‘haute couture di Giambattista Valli che non ha bisogno di un film per raccontare la sua donna romantica ma complessa come le architetture sartoriali di abiti sontuosi e fuori dal tempo.

Fuori da questo tempo di guerra, che ha sete di bellezza.

E ce n’è davvero tanta di bellezza nella couture civettuola ma razionale di Armani Privè. Quasi vent’anni di passerelle parigine per Re Giorgio che parla più che mai a “tante donne diverse“.

Usando la lingua internazionale ma senza parole della moda per unire diverse culture.

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Preziose, regali, da mettere in cassaforte più che in un armadio le creazioni SS24 di Schiaparelli by Daniel Rosenberg – a dire il vero questa volta meno dedito del solito alla “paccottiglia” surrealista a cui ci aveva abituato la maison – e quelle della rediviva Tamara Ralph che per la seconda volta sfila sulle passerelle dell’ haute couture parigina con il brand che porta il suo nome.

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A luci spente è possibile consegnare il premio per le collezioni uomo FW24-25 più razionali, rassicuranti e anti– anticonformiste viste sulle passerelle dell’appena terminata Paris Fashion Week men.

A pari merito vincono Hermès, che si è avvalsa delle algide capacità stilistiche di Veronique Nichanian.

E Valentino by Pier Paolo Piccioli con il suo pret-à-porter lussuoso, stiloso ma con i piedi per terra: impeccabile ad ogni ora della giornata.

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