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È il pilastro della Milano Fashion Week il nome Armani, per la sua intrinseca “meneghinità” e perché autoreferente:

anche in queste ultime due collezioni FW24-25.

Infatti che si tratti di Emporio Armani o di Giorgio Armani in passerella è transitato quel suo stile consolidato ed inconfondibile.

Perché Armani non imita: è da imitare.

Per Re Giorgio l’equilibrio fa eleganza:

“I volumi accompagnano il movimento del corpo con una scioltezza molto naturale, aumentata dallo studio sulle proporzioni e sulla consistenza dei tessuti”.

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Alessandro Sartori disegna per Zegna una collezione uomo FW24-25 che sposa i tessuti preziosi della casa con linee classiche e nuove tecnologie di taglio e cucito.

E che sfila davanti una (raccapricciante?) montagna di fiocchi di cashmere.

Raf Simons per Prada presenta una collezione uomo FW24-25 che chiunque (se lo possa permettere) può mettere nel guardaroba.

Linee tradizionali frustate da flash di colore e nonsense stilistici che fanno glam.

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A Pitti Uomo 105 la neonata Guess Jeans si presenta nella mostra the next 40 Yeats of denim.

È una nuova linea di Guess che proporrà denim d’archivio ispirato all’American West Coast, ad un prezzo competitivo e, soprattutto, eco-friendly.

È curata da Nicolai Marciano (29 anni): figlio del fondatore del brand, Paul Marciano.

Giovanissimo ma già da un decennio in forze all’azienda di famiglia per cui in passato ha curato Guess Originals e Guess USA.

Guess Jeans si rivolge alla gen Z.

Oltre all’utilizzo di materiali organici e riciclati promuove una nuova tecnica di sbiadimento del denim denominata airwash, meno impattante sull’ambiente rispetto al tradizionale stonewash.

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Un evento alla Stazione Leopolda di Firenze per battezzare, nell’ambito di Pitti Uomo 105, il primo drop dell’ esclusiva collezione Tod’sxLamborghini.

Oggi degli iconici gommini Tod’s per lui e per lei.

Dai colori shoking a contrasto, con impresso lo stemma dell’icona Lamborghini: il rombante sogno di mezzo mondo.

Domani capi di abbigliamento e accessori, il tutto in vendita anche online, sotto il segno del lusso made in Italy.

“È un’idea fresca disegnata bene”, dice l’anfitrione Diego Della Valle.

A chi gli domanda se Tod’s “divorzierà” da Chiara Ferragni, Diego Della Valle risponde che aspetta gli esiti dell’inchiesta:

“Chiara è tranquilla… Diamo il tempo alle persone di dimostrare quanto hanno fatto”.

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Due collezioni con… gli occhi a mandorla scalano le classifiche del gradimento in questo inizio 2024 mixando streetstyle, arte e fantasy:

Stella McCartney + (Hajime) SORAYAMA, con i suoi sexy robots interpretati da Iris Law.

E l’ennesima rivisitazione dei Pokémon.

Con Dragonair, Dratini e Dragonite che – per celebrare l’imminente arrivo dell’anno del Drago verde di legno nel calendario cinese – scombussolando i pattern stilistici di Fendi e FRGMT.

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Tanti VIP hanno gremito la serata dei Golden Globes.

Ma sono stati offuscati sui social dalle effusioni fra Jennifer Lopez e il marito Ben Affleck, e fra Timothée Chalamet e la neo-morosa (da aprile) Kylie Jenner.

Generazioni a confronto che fra un clic e un like richiamano alla mente vecchi film e romantiche emozioni.

I Bennifer come Rossella O’Hara e Rhett Butler, e Timothée con Kylie (i… Timolie?) come Il Tempo delle mele… Chi vincerà?

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Gli 81mi Golden Globes inaugurano a Los Angeles l’american award season con un sontuoso red carpet e consegnando i 5 premi più importanti al film Oppenheimer.

Per l’elenco completo dei vincitori clicca QUI.

Snobbato il più glam dei film 2023:

quel Barbie che con 9 nomination vince solo il neonato premio di campione d’incassi (1,4 mil di dollari) e quello per la canzone What I was made for di Billie Eilish e del fratello Finneas O’Connell.

La delusione non trapela dal sorriso di Margot Robbie vestita come Barbie (Armani).

La regista Greta Gerwing indossa un look di Kim Jones, Schiaparelli per Dua Lipa mentre Billie Eilish si concia, tanto per cambiare, da… Billie Eilish!

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Dolce e Gabbana aprono le porte del loro atelier per presentare la collezione di alta moda ad una ristretta cerchia di eletti: facoltose clienti e giornalisti togati.

Il nero funge da leitmotiv per la sfilata che sembra uscita da un’altra dimensione temporale per raccontare la sartorialità eccelsa e la passione che fa nascere nuovi capolavori.

Il nero raccontato anche dal libro fotografico edito da Rizzoli che riproduce le più belle campagne pubblicitarie di Dolce e Gabbana immortalate dal gotha della fotografia.

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Il lancio di Wonka è stato accompagnato da iniziative promozionali come la messa in palio delle Nike Dunk Low disegnate da Timothée Chalamet:

solo 5 paia prodotte pensando alla giacchetta fucsia del protagonista del film.

Ecco qui i vincitori, forse inconsapevoli del fatto che queste Nike sono già pezzi da collezione.

Hanno partecipato al concorso postando su #WonkaPureImaginationContest dei reel che descrivono i lavori da loro dedicati al celebre cioccolataio.

Premiate le due favolose torte di Sherilyn Wilson (@sheri_wilson) e di Nicole Ashmore (@nxcole_30).

E poi il pantagruelico albero di Natale fatto da @RobinWrai e il video di Keeley Pierzchalski (@benedetta.archive).

Premiato anche il disegno realizzato da Vernon ed in realtà postato dalla moglie Sarah sul suo profilo Instagram (@desert.light.co), perché lui non ce l’aveva.

A chi dei due andranno le preziose Nike? Forse una scarpa a testa?

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Wonka è il film di Natale e il suo protagonista, Timothée Chalamet, ha fatto il giro del mondo di première in première.

Sfoggiando look impeccabili e stile da VIP.

Alle amiche in cerca di un look stiloso per i loro insignificanti LUI, dico allora: imitate Timothée!

Elegante ma non stucchevole. Depilato ed impeccabile. Spettinato ma non sciatto. E le vostre Feste decolleranno!

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La cravatta “buona”, a Natale, si fa autorevolmente largo fra i regali di ordinaria amministrazione – che siano aziendali o “del cuore” – e gli accessori cheap che di solito si indossano tutti i giorni.

Rendendo i meritati onori a realtà di nicchia della moda italiana come i “cravattifici” E.Marinella, marchio napoletano DOC, e Damiano Presta:

romano d’adozione ma cosentino nell’anima.

Entrambi legati ad un’idea sartoriale, e familiare, della produzione devotamente attenta alle materie prime – la seta in questo caso – e alle esigenze dell’acquirente, spesso “blasonato”.

Che chiede cravatte su misura.

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Oggi è Sant’Ambrogio e parliamo di un’icona del Natale milanese: il panettone. El panatton…

Che Gucci Osteria by Massimo Bottura propone in una latta a righe: tradizionale e in versione lampone/cioccolato. Un kg a 80 euro.

Più economica, almeno online, la griffe milanese per eccellenza:

dai 43 ai 73 euro il panettone (e il pandoro) di Armani Dolci classico senza canditi oppure ricoperto di cioccolato o versione pesca/gianduiotto.

Un tripudio di profumi siciliani per il panettone Dolce&Gabbana by Fiasconaro.

Classico al vino oppure mele/cannella, castagne/gianduia, agrumi/zafferano e cioccolato, nocciola, mandorle… Dai 45 ai 59 euro.

Per chi è a dieta niente di meglio che annusare il profumo di panettone emanato dalla candela Noël di TODS.

Che non fa ingrassare ma costa “profumatamente”… 160 euro!

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Ancora una parentesi sui British Council fashion awards per registrare il tripudio di clic che sul blasonato red carpet ha premiato il vestitino da 50 euro della collezione Rita Ora per Primark.

Collezione giunta al secondo drop, in vendita worldwide e online.

Il modesto black dress in questione ha sbaragliato abiti griffati e pezzi da museo, grazie all’argentea cresta di dinosauro riprodotta sulla schiena di Rita Ora: colpo di genio della make-up artist Isamaya Ffrench.

A ribadire l’importanza di trucco, parrucco e accessori in un look vincente.

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Che suono dolce ha il termine faux fur oggi che la pelliccia sintetica ha soppiantato quella “vera”:

fatta cioè con pelli strappate a povere bestiole allevate in condizioni atroci, apposta per questo.

Suona di rivoluzione visto che le pellicce vere fino a pochi anni fa erano uno status symbol:

il sogno di tutte le adolescenti che se le aspettavano in dono al diciottesimo compleanno o alla laurea.

Quando in cima alla classifica c’era il giaccone di volpe, dal pelo tanto più chiaro e folto quanto più ricca era la festeggiata.

Le più povere si accontentavano del castorino. O del lapin.

La pelliccia sintetica era una “vergogna”, una pezzenteria imperdonabile.

Anche per le maison, che però alla fine hanno ceduto agli odiati animalisti perché intanto il mondo è cambiato.

Sono cambiati gli status symbol: i likes e i follower contano ben più di un cappotto insanguinato.

La moda ha fatto di necessità virtù e oggi faux fur è trendy. Estroso. E anche chic.

(le foto: Luisa Spagnoli, Karl Lagerfeld, Patrizia Pepe, Chiara Ferragni, Alexander Wang, Dolce& Gabbana)

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Lo street style di Napapijri e le cerate di Barbour sono autentici must da appendere nell’armadio di LUI.

Per l’autunno Napapijri propone con Obey una capsule collection dal carattere green con un’ampia scelta di capi.

Un inconfondibile cappuccio è il tratto distintivo dei due modelli di BarbourxC.P.Company.

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Katy Perry: proprio lei che adora l’Italia e non perde occasione, da sola o con famiglia a seguito, per venirci a trovare.

E’ lei, dicevamo, la sinuosa protagonista dello spot diretto da Paolo Sorrentino che promuove il profumo DG Beauty Devotion.

Con la sua simpatia travolgente ecco un bel mix degli stereotipi della vacanza caprese ideale per ogni riccona americana che si rispetti:

la barca, il bel tenebroso (Michele Morrone), e tanta caciara a suon di tamburello alla “taverna” Anema e Core di Gianluigi Lembo.

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Cento anni fa, il 16 ottobre del 1923, i fratelli Roy e Walt Disney fondarono lo studio di animazione Disney Brothers Studio che negli anni si è trasformato in Walt Disney Company ed è ancora oggi la più famosa e forse potente multinazionale dell’intrattenimento al mondo.

Walt Disney ne fu amministratore delegato fino al 1966, l’anno della sua morte. 

E’ stato l’anima e il cervello della sua creatura che ha rivoluzionato il cinema d’animazione – vincendo 26 Oscar su 59 nomination – e l’industria del divertimento: per grandi e piccini.

Oggi non potremmo immaginare un mondo senza Topolino, Paperino e la loro allegra brigata.

Mentre la Disney si è liberata di “Walt” e viaggia verso il futuro controllando un impero di cui fanno parte giganti come Marvel Studios, Lucasfim, Pixar, 20th Century Studios.

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Come tutti, immagino, approfitto della pausa pubblicitaria durante il film per correre a prendere un bicchiere d’acqua.

Mentre in TV c’è Arnold Schwarzenegger trasformato nel Terminator del bricolage dallo spot di Parkside, per Lidl.

Da non credere…

Torno e il film non è ancora ricominciato. Ora passa la nuova pubblicità di U-Power e conciati da “lavoratori” ohibò ci sono Gerard Butler e John Travolta.

Ma perché?

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