La Giorgio Armani Operations SpA è finita in amministrazione giudiziaria, per decisione del Tribunale di Milano, a seguito di un’indagine dei Carabinieri Nucleo Ispettorato del Lavoro guidata dal pm Paolo Storaro per il mancato controllo della filiera produttiva che ha favorito il regime di schiavitù lavorativa adottato da aziende subappaltatrici cinesi.
Le quali sfruttavano manovalanza anche clandestina per la produzione di borse e pelletteria griffate Armani.
Si tratta di un provvedimento gemello di quello toccato ad Alviero Martini lo scorso 24 gennaio. I due guru del lusso made in Italy non sono sotto inchiesta ma, avendo tratto profitto dalle condotte illecite di terzi, per un anno saranno sotto amministrazione giudiziaria come misura di prevenzione volta a ristabilire strategie produttive più etiche.
Anche se risulta odioso il fatto che un ispettore della Giorgio Armani sia stato beccato dai Carabinieri proprio in uno dei laboratori perquisiti.
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