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Ha fatto il giro del mondo e dei social la delusione per il rovinoso atterraggio (o meglio: “ammartaggio”) del lander Schiaparelli sul Pianeta Rosso.
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Sgradito epilogo della missione spaziale Exo Mars a supervisione italiana, dedicata all’astronomo Giovanni Schiaparelli, zio di Elsa Schiaparelli (che era figlia di suo fratello Gabriele), “astro luminoso” della moda fra le due guerre, le cui estrose e geniali intuizioni vengono ancora oggi citate da innumerevoli stylist.
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Elsa Schiaparelli l’italienne, la Schiap – come era chiamata in Francia, la sua seconda patria – proveniva da una famiglia piemontese colta, aristocratica e molto in vista all’inizio del secolo scorso.
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Le sue cosmopolite vicissitudini personali hanno incrociato i movimenti dadaista e surrrealista portandola alla creazione di abiti, accessori, gioielli e profumi assolutamente anticonformisti e innovativi, ispirati da artisti come Salvador Dalì, Jean Cocteau e Francis Picabia, dal mondo del circo, della musica, dall’arte africana.
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Del tandem Dalì-Schiaparelli resta memorabile il cappello-scarpa, ispirato da una foto di Gala Dali che ritraeva il pittore.
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Un esempio dell’estro di Elsa Schiaparelli che per seguire le sue ispirazioni si serviva di ogni forma e materiale: dalla corteccia d’albero, a cellophane, paglia, vetro, piume e metalli.
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Oltre ad aver creato il “rosa shocking“, ha diffuso l’uso della cerniera, creato calze ricamate e decorato i suoi abiti e accessori con fantasie geometriche, bottoni fantasiosi, tromp l’oeil, patch di scene circensi e insetti, ricami sfarzosi e anche un’aragosta su un abito da sera…
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Ideata dal suo genio anche la sfilata di moda come la conosciamo oggi: uno spettacolo con musica ad accompagnare modelle alte e magre che presentano una collezione a tema, usata come pubblicità per la griffe e, anche, per lanciare il pret à porter.
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Elsa Schiaparelli, celebre in Francia come Chanel ma per opposti motivi.
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La rivoluzionaria essenzialità della “popolana arricchita” Coco era infatti contrapposta allo stile estrosamente intellettuale dell’aristocratica italienne.
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Ma entrambe hanno lasciato un segno indelebile nell’evoluzione del costume e nel mondo della moda, dove raramente le stiliste riescono ad emergere.
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