Ida Paro: blogger, style consultant, personal shopper
Dior by Maria Grazia Chiuri e Valentino by Pier Paolo Piccioli con le loro collezioni SS24 rettificano il concetto di haute couture come mero sinonimo di cerimonia e red carpet.
È sartorialità eccelsa per abiti su misura che vestono l’intera giornata (di facoltose elette). Dal tempo libero, al lavoro. E perché no: anche al red carpet. In luoghi dove d’estate non fa caldo.
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Più di ogni altra, la moda parigina perpetua devotamente l’eredità di stilisti illustri ma ahimé defunti. Da ieri o da decenni.
Promuovendo collezioni-ratatouille degli stilemi che hanno dato lustro alle altisonanti maison francesi, magari un secolo fa.
Ed ecco così le banalità commemorative mandate in passerella dall’ingegner Rodrigo Basilicata Cardin, erede del grande Pierre Cardin.
O la genialità di Maria Grazia Chiuri per Dior e di Anthony Vaccarello per Saint Laurent. Che spilucca giacchebar, newlook e sahariane rigurgitandole in versione SS24.
Parigi dimentica per qualche istante il clima da guerriglia urbana degli ultimi giorni, che ha penalizzato anche le sfilate della moda-uomo appena concluse.
Aristocratica ed impassibile si tuffa nel sogno dell’Haute Couture presentando le collezioni autunno inverno 2023.
E Schiaparelli by Daniel Roseberry presenta “Capi che una donna può amare per tutta la vita”, surreali, raffinati o imponenti come quello capitato alla povera Cardi B.
“Pezzi che una donna può assemblare come vuole: un’interpretazione surrealista dell’armadio base…”. Di poche fortunate… bien sûr!
Casti e celestiali i pepli disegnati dalla femminista Maria Grazia Chiuri per Dior.
I preziosi tessuti ricamati da manine made in India per celebrare un “rituale contemporaneo, un’idea di femminile forte e fragile che non dimentica il passato e si proietta verso un futuro fondato sulla cura e la consapevolezza”.
Chanel ci riporta con i piedi per terra con l’Haute Couture di Virginie Viard pragmatica ed autoreferenziale, pervasa da uno chic parigino inconfondibile: la quintessenza della maison.
Tanto amata dai VIP: ecco Charlotte Casiraghi, Kendrick Lamar e Vanessa Paradis.
La collezione Cruise 2024 di Dior ha sfilato in Messico, all’Antiguo Colegio de San Ildefonso dove studiò Frida Kahlo: e al suo mondo immaginifico e alla natura si è ispirata Maria Grazia Chiuri.
In chiusura la performance di Elina Chauvet fatta di abiti bianchi vergati da parole e simboli ricamati con il filo rosso sangue: un manifesto contro il femminicidio.
La collezione Resort di StellaMcCartney racconta la possibilità di rinascere, di sviluppare la propria personalità in armonia con la natura ispirandosi al libro The secret garden di Frances H. Burnett.
La sua Lady Garden impara a conoscersi ed accettarsi giocando con pattern stilistici maschili, militari e appartenenti a epoche in cui l’abbigliamento era per le donne costrizione e mortificazione.
La moda può fare la magia di nobilitare umili materiali come la corda, la juta e la rafia trasformandoli in oggetti del desiderio.
Griffati, stilosi, esclusivi e costosi.
Abiti ed accessori da VIP che evocano l’estate, il mare, libertà e anticonformismo citando la magia di tempi lontani in cui questi erano davvero dei materiali poveri.
Per poveri.
PFW: Le passerelle parigine trasudano amarcord.
E così Olivier Rousteing omaggia con la sua collezione FW2324 la linea della Jolie Madame disegnata da Pierre Balmain negli Anni Cinquanta.
Maria Grazia Chiuri incentra la sua collezione femminista FW2324 su Catherine Dior, sorella minore del grande couturier.
Che a sua volta traeva ispirazione dalla sua adorata e carismatica Miss Dior .
Anthony Vaccarello si sofferma su uno dei punti forti dello stile del grande Yves Saint Laurent e impernia il prossimo inverno su giacche anni Ottanta e smoking al femminile.
Slanciati da pantaloni a sigaretta e gonne a portafoglio.
Julien Dossena omaggia Paco Rabanne, scomparso da una manciata di giorni:
la sua collezione FW2324 si conclude con un tripudio di piastre metalliche, specchietti, anelli. La 1969bag, gli anni Sessanta, Barbarella… e non finisce mica qui!
Haute Couture SS23: A Parigi sfilano la donna romanticamente barocca di Giambattista Valli e la donna femminista di Maria Grazia Chiuri, che disegna per Dior una collezione dalle linee essenziali che traggono luce dalle preziosità dei tessuti.
Chanel parla di sé, senza cercare nuove strade. Mandando in passerella una collezione piacevolmente chic in cui il lusso e la femminilità si fondono con estrema grazia fra papillon e animali fantastici.
Haute Couture FW22.
Sfila sulle passerelle parigine la leziosità preziosa di Giambattista Valli, che compie i suoi 10 anni da couturier in terra di Francia.
Il glamour composto e luminoso di Armani Privé, perennemente alla ricerca di una femminilità impassibile.
Cosmopolita. Fuori dal tempo.
Lo chic parigino di Chanel, décontracté per il giorno, sontuoso per la sera.
Le preziosità intrise di folklore ucraino di Dior by Maria Grazia Chiuri.
San Valentino: come consigliare un profumo da regalare a chi non conosci? Io mi affido alla simpatia dei testimonial e premio Dolce lily di Dolce&Gabbana, impersonato dall’adorabile Deva Cassel (Bellucci).
Per lui un classico Johnny Depp, ruvido e tenebroso, che suona la chitarra nel deserto fra i lupi emanando un forte aroma Sauvage di Christian Dior.
Con l’Haute Couture orfana quest’anno di Giorgio Armani, che ha passato la mano scoraggiato dalla pandemia, in questi giorni è toccato a Chiara Ferragni onorar l’italico vessillo in terra parigina.
Un compito svolto alla grande dalla nostra super-influencer che ha sfoggiato nuovi make up and hairstyle e una forma smagliante, mandando in fibrillazione web e dintorni.
Che indossasse un rockettaro David Koma in pelle nera, il tailleurino color ramarro di Dior o le scultoree creazioni di Schiaparelli, voto complessivo:
10 e lode!
Era il 12 febbraio 1947 quando Christian Dior fece sfilare il suo New Look:
oggi Kim Jones attinge a quell’evento ibridando la collezione FW22-23 Dior men con i pattern che rivoluzionarono all’epoca la silhouette femminile.
Da femminile a maschile, ieri e oggi, le linee, la sobrietà dei colori, i fiori che tempestano i nuovi sandali Birkenstock x Dior, tessuti tecnici e ricami d’archivio:
stile formale ed informale che parlano di joie de vivre. Così preziosa di questi tempi…
Isn’t she lovely? verrebbe da dire, guardando l’adorabile Jennifer Lawrence che transita col pancione sullo stellato red carpet della première di Don’t Look Up.
Aureo peplo Dior, gioielli Tiffany & Co., makeup Chanel e… bellezza “della casa”! Non c’erano occhi che per lei!
Ed ecco finalmente online, e in una manciata di boutique worldwide, l’esclusiva collezione Dior e Sacai:
primo caso di ibridazione per la maison francese generato dal connubio creativo di Kim Jones e Chitose Abe.
La collezione si presenta prolissa e stilosa, pur se minimalista nelle linee.
Ed offre ai nostri LUI ben 57 item a comporre un aristocratico streetwear, fra abbigliamento nei colori bianco-nero-blu-crema, golosi accessori e vistosi gioielli.
Paris Fashion Week. Dior presenta la collezione SS22 nella cornice surreale offerta dalla scenografia: un gioco dell’oca ispirato al Gioco del nonsense di Anna Paparatti.
Che ci coinvolge in un viaggio nel tempo, indietro fino ai favolosi Sixties.
Per Dior erano quelli gli anni d’oro del direttore creativo Marc Bohan, dello Slim Look. Le minigonne raccontavano al mondo un nuovo concetto di libertà per le donne.
Maria Grazia Chiuri le cita, le rivisita, le attualizza abbinandole all’immancabile sportwear con cui vestirà la prossima estate.
Paris Fashion Week men: Razionalmente multiculturale il mood della collezione SS22 menswear di Dior Homme creata da Kim Jones in tandem con la label Cactus Jack dell’acclamato rapper Travis Scott.
Si sfila “dal vero”, col pubblico (presente anche Olivier Rousteing) in una landa texana irta di spine di rose e di cactus.
Urban e sporty di lusso, i colori classici intervallati da fluo e rosa antico, ritmati dal monogram.
Le linee morbide, i dettagli raffinati che giocano con allacciature, broche, trench e borselli.
La pandemia ha relegato la recente Paris Fashion Week in un asettico limbo digital:
tanto antiCovid e hi definition ma lontano anni luce dalla mondanità, lo charme, il glamour delle “vecchie” fashion week che ci facevano innamorare della Ville Lumière.
Per ritrovare quel paradiso perduto non resta che guardare Il diavolo veste Prada, sgranocchiando le tendenze parigine per il prossimo inverno presentate alla PFW, esclusivamente in video, da:
Hermès – Louis Vuitton x Fornasetti – Dior – Balmain – Chanel – Schiaparelli (clicca i nomi…)
La Maison Dior presenta la collezione haute couture estate 2021, creata da Maria Grazia Chiuri, con Le Château du Tarot: un film di 15 minuti diretto da Matteo Garrone che vi innesta gli umori del suo Il racconto dei racconti.
L’antica collezione dei Tarocchi Visconti di Modrone fornisce la principale fonte di ispirazione alle creazioni della Chiuri, svelando la superstizione di Christian Dior che dipendeva dalle sue chiromanti “di fiducia”.
E che location! Quello sfortunato Castello di Sammezzano, gioiello di arte moresca alle porte di Firenze.
Abbandonato senza vergogna nonostante il pubblico sia affamato del suo straordinario parco, dei suoi meravigliosi saloni. Di quel tesoro negato. Ahinoi, in rovina.
La collezione Dior incanta e onora l’haute couture, e se Le Château du Tarot fosse un film “vero” viaggerebbe verso la nomination.
Nella realtà del Covid ci si domanda come Maria Grazia Chiuri sia riuscita ad assemblare tanta preziosità, cultura e magia usando solo un po’ di ago e filo.
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