Long, short, medium, messy, shag, curly, choppy, wavy, wob….


beh, io lo porto “normale”. Il bob, il caschetto, o come lo volete chiamare: taglio netto alla mascella, biondo. Come la Raffa tanti anni fa…
A mia difesa dico che fino a settembre l’ho portato short e messy, ma ero stanca di sfilare le ciocche e così ho ceduto al… vintage!
Un vintage di tutto rispetto considerato che parliamo di un taglio di capelli che in poco più di cento anni ha fatto le mode e le rivoluzioni.


Creato a Parigi nel 1909 dal coiffeur Antoine, il bob cut resta nel dimenticatoio fino agli Anni Venti quando viene rilanciato da Irene Castle (castle bob) e nel mondo anglo-americano diventa ben presto simbolo di emancipazione femminile: le donne si tagliano i capelli e possono votare, fumare, bere alcolici, portare vestiti corti, pantaloni, succinti costumi da bagno e guidare la macchina.

Art Déco, flapper girl, Cotton Club, Coco e Chanel n.5 e la petite robe noir, Wall Street Crash… gli anni passano e sazio della sua prima rivoluzione il bob cut sonnecchia fino al 1962 quando l’hair stylist Vidal Sassoon, ispirato dalla Bauhaus, lo ripropone in una forma geometrica e stilizzata prontamente rilanciata da Mary Quant e adottata da quella svolta epocale che sono gli Anni Sessanta con la loro rivoluzione giovanile che travolge il mondo intero a ritmo di beat, rock e… bob!.


Rivoluzione, musica e capelli… Durante la tournée americana dei Beatles un giornalista domanda a George Harrison: “Come si chiama il vostro taglio di capelli?“. “Arthur”, scherza lui.


Un nome, tanti nomi per dire bob, ancora bob e sempre bob.
Un taglio che ha cent’anni e non li dimostra e che anche nel 2016, ne siamo sicuri, farà style, glamour, fashion.

smileyti potrebbe interessare anche: Cosa mi metto?