Come Ibrahimovic, Raf Simons non svela la sua prossima “squadra” e come novità porta alla Stazione Leopolda, per Pitti Uomo 90, solamente la sua collezione SS17, Florence Calling, ricca di input con i quali lo stilista fa il punto della situazione: sua, della moda in generale e delle cose che ama.


Ho pensato a questa collezione come ad una mostra, con un approccio di tipo museale. Volevo che ogni modello impersonasse un’opera d’arte”, ha spiegato in una intervista a Vogue.


Opera d’arte firmata in questo caso da Robert Mapplethorpe: accettando la proposta della Fondazione che cura l’eredità del tormentato fotografo, Raf Simons gli ha reso omaggio riportando su maglie e abiti alcune sue fotografie.


La sfilata si è svolta in maniera “informale”, senza passerella:
i modelli attraversavano la massa degli invitati a suon di musica elettronica, in una ambientazione da club underground con vecchi manichini sparsi qua e là, anche all’esterno della Leopolda, con addosso vecchi modelli di Raf Simons.


La collezione ha esibito linee pulite, colori scuri o neutri, qualche oversize e fantasia a righe.


E il gossip interpreta questa incipiente severità non come un momento di riflessione da parte di Raf Simons ma come prova generale del suo debutto da Calvin Klein

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