Oggi vi racconto la favola di una eccellenza italiana…

C’era una volta, alle porte di Caserta, la Real Colonia di San Leucio
nata per volere di re Ferdinando IV di Borbone come ospizio dei poveri.
Per occuparli il Re volle che vi si installassero delle seterie, su modello francese, a completare la già esistente manifattura della calza e dei veli.

Fu costruito così intorno alla palazzina di caccia reale un vasto complesso dove svolgere il ciclo completo della lavorazione:
dalla coltivazione dei gelsi alla cura del baco, alla filatura, tintura e tessitura della seta, alla distribuzione e commercializzazione dei manufatti.
Il tutto con tecnologie all’avanguardia.

Nel 1779 il Re promulgò il codice di leggi che regolava la vita della Reale Colonia,
più in forma d’istruzione di un Padre a’ suoi Figli, che come comandi di un Legislatore a’ suoi sudditi”.


San Leucio
divenne così celebre non solo per il pregio e la varietà dei tessuti, richiesti in tutta Europa, e per le innovazioni (come la coperta matrimoniale di damasco in un sol pezzo di Gennaro Viglione)
ma anche per il modello di vita sociale e lavorativa, precursore dei tempi moderni.

I lavoranti vivevano infatti in case che potevano lasciare in eredità e che erano confortevoli per i criteri dell’epoca, munite di un telaio privato, di acqua corrente, di servizi igienici e situate all’interno della colonia che comprendeva una parrocchia, un’infermeria, una scuola obbligatoria per i bambini (maschi e femmine) a partire dai 6 anni.


Al lavoro si era ammessi dopo i 15 anni, con orario ridotto di 11 ore rispetto agli standard europei di 14.
Esistevano incentivi economici per premiare gli operai meritevoli, un fondo per gli infortuni, una cassa per gli indigenti, l’assistenza sanitaria e la vaccinazione antivaiolosa.
Le questioni legali erano giudicate dall’Assise degli Anziani, elettiva.

Con l’avvento di Napoleone iniziò il lento declino delle seterie borboniche fino al fallimento, agli inizi del secolo scorso.
Alcuni privati le rilevarono, preservando così fino ad oggi la tradizione dei tessuti di San Leucio. Ma il complesso, ormai fatiscente, venne abbandonato.


Ed ecco il lieto fine:
San Leucio venne restaurato dopo il 1990 e nominato, per il suo straordinario valore artistico e culturale, patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Oggi è possibile visitarvi il Museo della seta, gli appartamenti reali, i giardini all’italiana, la casa del tessitore.

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