E’ giunto infine il giorno dell’incoronazione di re Carlo III e della sua consorte, regina Camilla:
la solenne cerimonia celebrata sotto le guglie dell’abbazia di Westminster a Londra, gremita di teste coronate, capi di stato e VIP internazionali.
Un rituale anacronistico per chi segue l’evento in mondovisione al di fuori del Commonwealth.
Con ripetuti cambi d’abito, ori, diamanti da capogiro, cori e musiche barocche intrisi di simbologie medievali, religiose, arcaiche, stucchevoli: che non ci appartengono.
Di cui ci sfugge il senso finché la ieraticità non sfuma nella gioia popolare: in quello sventolio amorevole di mani e bandierine.
I sudditi festosi, sotto la pioggia a Buckingham Palace, acclamano il nuovo Re e la sua adorata Regina.
God save the King! E parliamo di King Charles III: William e Kate, belli come appena usciti da una favola, dovranno pazientare per il loro turno.
Mentre il fantasma di Lady D e quello del principe Harry in borghese, si defilano dalla porticina posteriore senza fare danni.
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