Valentino porta a Parigi Haute Couture una collezione primavera-estate 2016 sontuosa e colta, estremamente ricercata nei dettagli, indossata da ancelle scalze che sfilano ieraticamente in una dimensione teatrale, lontana dalla realtà e dalla nostra epoca.
“Il punto di partenza è Mariano Fortuny”, spiegano gli artefici, Chiuri e Piccioli.
“Da lui abbiamo appreso l’arte del tempo che passa, la bellezza delle cose che invecchiano. In un periodo in cui l’ossessione per la giovinezza dilaga – aggiungono – ci è piaciuto al contrario riflettere sulla patina che si deposita sulle cose e sugli oggetti che ci accompagnano per una vita”.
Una parte della sfilata è dedicata a languidi pepli total white, valorizzati dai diademi di Harumi Llossowska e dai gioielli posti su vesti e piedi, disegnati da Alessandro Gaggio.
“L’altro tema che ci era caro è la libertà femminile che Fortuny donò a donne eccezionali ed eccezionalmente libere come Isadora Duncan”, sottolineano ancora i due stylist.
“Erano vere pioniere e spezzarono tabù e regole tanto sul palcoscenico quanto nella vita privata.
Si vestivano con libertà, ripescando negli archetipi degli abiti della Grecia classica e allo stesso tempo assecondando la loro crescente emancipazione dai corsetti tradizionali“.
Anche nella collezione di Valentino non mancano elementi tipici delle culture orientali, come è successo in maniera più o meno evidente in tutte queste sfilate parigine.
Oltre all’omaggio a Fortuny è un segno dei tempi che fa ben comprendere l’impegno che le grandi maison stanno mettendo per conquistare i mercati asiatici e africani.