Novak Djokovic vince la medaglia d’oro alle Olimpiadi: l’unico trofeo che mancava nel suo faraonico palmares.
E il campione serbo diventa così ancora più leggenda di quanto già lo fosse prima di questa spettacolare finale giocata contro uno stellare Carlos Alcaraz.
Numeri 2 e 3 del ranking ATP. Il più anziano (37 anni in Lacoste) e il più giovane (21 anni, vestito Nike) di sempre a disputare una finale olimpica.
Un match durato quasi tre ore (7/6 – 7/6) che ha espresso un tennis superlativo in cui nessuno dei due campioni ha mai ceduto il servizio né abbassato la guardia.
Che stile, che talento, che bello spettacolo! E che vittoria meritata quella del leone Djokovic che ha ruggito sotto gli occhi della moglie e dei figli.
E che ha pianto, in ginocchio, per una medaglia che non dà punti in classifica né denaro ma emozione, sì. Quella: immensa e indimenticabile.
Questo match sarà indimenticabile anche per molti di noi che amiamo il tennis di qualità: ce lo siamo goduto minuto per minuto.
E ringraziamo di cuore Jannik Sinner – mr. Numero Uno – per aver dato forfait alle Olimpiadi di Parigi (mentre Lorenzo Musetti ha vinto il bronzo individuale!).
Perché verosimilmente in finale ci sarebbe finito proprio lui, che neanche si sente italiano.
Così Sinner se n’è rimasto a casa, a Montecarlo, con le sue borse Gucci, la fidanzata russa, la tonsillite: vera o tarocca che fosse. Felice lui. Felicissimi noi!
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